Ma non si sarebbe già dovuta dissolvere, un mese fa – anche per le dichiarazioni di Nikolay Alexeyev – la bufala (“In Cecenia prigioni segrete per i gay, torture e omicidi”, secondo l’ANSA) dei campi di concentramento (o di sterminio) per gay in Cecenia? Parrebbe proprio di no considerato che mentre, ancora riecheggia su Internet il coro di proteste contro le dichiarazioni di Erasmo Palazzotto (deputato di Sinistra Italiana-Possibile e Vicepresidente della commissione Esteri di Montecitorio), c’è ancora chi sgomita alla ricerca di una qualche visibilità, sfruttando questa “notizia”. È il caso di Yuri Guaiana, attivista LGBT dell’associazione radicale “Certi Diritti”, del quale nessuno ne sapeva nulla se non si fosse fatto fermare a Mosca e, dallo stesso Commissariato di polizia nel quale era trattenuto, telefonare per una diretta su Radio Radicale (alla faccia di chi ciancia di “repressione del dissenso” in Russia).
Troppo facile prevedere il tappeto rosso che le TV stenderanno, nei prossimi giorni, per Yuri Guaiana; così come sarebbe ovvio sottolineare l’ideologia del nostro eroe – che posta sui social foto che lo vedono ammantato dalla bandiera di Israele – o domandarsi perché mai queste clamorose iniziative per il rispetto dei (sacrosanti) diritti dei gay non vengano mai svolte in paesi alleati degli USA, poniamo l’Arabia Saudita.
Meglio, allora, limitarsi a spendere due parole sulla questione dei “diritti umani” che viene sollevata come una clava unicamente per colpire lo stato canaglia di turno, prima di colpirlo con una guerra. “Diritti umani” che, ovviamente, escludono il diritto al lavoro, alla salute, alla dignità… Perché se così non fosse ci si aspetterebbe lo spasmodico interessamento dei media anche per un qualche gesto clamoroso, poniamo, davanti ad una fabbrica che chiude per aprire nel Terzo Mondo o uno dei tanti allevamenti di bambini che si stanno aprendo in Ucraina e nell’Est Europa per soddisfare il business dell’utero in affitto.
Invece nulla di tutto questo compare sui nostrani media. Solo “diritti umani” impediti dalla “mancanza di democrazia”. Che, un giorno o l’altro, certamente, arriverà. Fosse pure sulle ali di un bombardiere.
Francesco Santoianni
Articolo già pubblicato su L’Antidiplomatico